sabato 17 dicembre 2016

NEWS - Dopo gli scandali sessuali, Bill Cosby torna in tv tra pochi giorni (a grande richiesta)!
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venerdì 16 dicembre 2016

NEWS - Achtung, compagni! Tra 10 anni vedremo solo serie tv su internet. Il modello Netflix è diventato il mantra (e Vivendi lo sa...)

Articolo tratto da "la Repubblica"
«Guardare la serie tv o il film preferito quando si vuole e su qualsiasi schermo. Ecco il modello che sta vincendo. Il sorpasso sul palinsesto tradizionale in Italia è vicino e nel 2020 sarà un fatto in tutto il mondo». Aurelio Severino, direttore della divisione Tv e Media di Ericsson, racconta cosi la svolta. Una svolta certificata nell'ultimo rapporto sulla fruizione dei video, fra conferme e sorprese come il calo dello share di YouTube. Per le reti della multinazionale svedese passa il 40 per cento del traffico mobile del pianeta: due miliardi e mezzo di utenti. Ma l'analisi sulla tv parte da un campione rappresentativo più ristretto, "appena" un miliardo e 100 milioni di persone con 26 milioni di italiani dai 16 ai 69 anni. «Le generazioni più giovani sono già passate all'on demand, attraverso lo schermo dello smartphone», continua Severino. «Quel che mi ha colpito? Mai come quest'anno abbiamo notato un'attitudine diversa non solo per fasce di età: c'è chi guarda solo su mobile, chi usa i servizi streaming, chi guarda la tv tradizionale e chi passa dall'uno all'altra. Per restare rilevanti i network devono raggiungere tutti. Non è un'operazione semplice».
Il modello Netflix è diventato patrimonio comune: abbonamento mensile, app universale, catalogo più o meno vasto e tante produzioni originali. Ma quel che più conta è che le differenze fra colossi del Web e network cominciano ad esser sfumate. Mentre si attende l'arrivo in Italia di Amazon Prime Video nel giro di poche settimane — simile a Netflix, ma negli Usa sta trattando i diritti per trasmettere perfino lo sport — l'altro ieri Sky ha cominciato ad usare un sistema per personalizzare le pubblicità. Se abiti in una certa città, AdSmart sceglie réclame diverse rispetto a chi abita altrove. Metodo Google, che lo fa dal 2009. Netflix invece, frequentata dal 17 per cento del popolo dell'on demand (primo dato sull'Italia a un anno dal suo arrivo), ha preso a pubblicare gli episodi di alcune serie una volta alla settimana, alla vecchia maniera. YouTube? Si è messa anche lei a produrre serie e da questa estate ha stretto accordi fra gli altri con Lionsgate. Forse perché oltre i teenager non riesce ad andare. Anzi, la sua fetta di mercato cala da noi. E intanto nel 2016, su scala mondiale, il 20 per cento di chi guarda la tv su smartphone ha cominciato ad usare servizi a pagamento. Non era mai successo prima. Si vede che il telefonino non è solo il regno di youtuber come Favij e dei Live di Facebook. 

«In dieci anni tutta la tv verrà distribuita attraverso Internet. Il duello non sarà più fra il "nuovo venuto dal Web e i colossi della "vecchia" televisione», commenta Andrea Rangone del Politecnico di Milano, per anni a capo dell'osservatorio Internet Media, »ma fra chi ha i contenuti migliori, serie tv in primis, per i quali noi telespettatori siamo disposti a pagare, e chi invece continuerà a trasmette gratuitamente contando solo sulla pubblicità». Che oggi è in mano ai network tradizionali: 186 miliardi di dollari contro i 17 miliardi dei video online stile YouTube. Insomma, se musica e stampa sono stati fagocitati da Silicon Valley, qui la partita è aperta. E per competere bisogna avere i cosiddetti contenuti "premium", poco importa che si chiamino Il trono di spade o in altro modo. «La domanda del secolo? Chi alla fine prevarrà», conclude Rangone. Su una cosa però non ci sono dubbi: l'offerta sta già lievitando e noi guardiamo sempre più video, soprattutto in Italia dove siamo passati da 29 ore a settimana a 36. Nel resto del mondo sono meno teledipendenti. Ma questa non è esattamente una novità.

giovedì 15 dicembre 2016

NEWS - Auditel come il governo Gentiloni, ci prendono in giro! Che fine ha fatto la rilevazione ascolti tv su tutti i device che doveva partire in autunno 2017? "Non prima del 2018"! Ormai il 55% degli italiani preferisce contenuti on demand (che Auditel non monitora)

Articolo tratto da "Il Sole 24 ore"
Auditel si prepara alla svolta "2.0", con la misurazione delle audience su tutti i device, non solo sulla tv tradizionale. Civorrà il 2018 e quindi si tratta di una faccenda né breve né indolore in una fase in cui i second screen sta prendendo piede. I broadcaster poi - Sky su tutti, ma non solo - mostrano più di qualche sofferenza per un vestito (quello degli ascolti lineari) che sta sempre più stretto. A quanto però risulta al Sole 24 Ore, in due consigli svolti a ottobre e novembre Auditel ha posto le basi per partire con l'operazione che porterà la società a un approdo ormai necessario. Che sia una scelta non più differibile lo dice l'esperienza e lo dicono i numeri. È evidente che la visione di prodotto tv attraverso smartphone e tablet è in crescita. Nei giorni scorsi sono stati diffusi i risultati dell'annuale analisi di Ericsson - TV e Media Report 2016 - che per l'Italia fa riferimento a un campione di oltre mille persone, tra 16 e i 69 anni, rappresentativo di 26 milioni di italiani. Gli intervistati hanno una connessione a banda larga e guardano contenuti televisivi almeno una volta a settimana. Si tratta dunque di una platea che rispecchia la parte tecnologicamente più evoluta di utenti tv. Al netto di ciò i risultati sono però incontrovertibili. Uno su tutti: il 55% di intervistati dichiara infatti di preferire l'on-demand rispetto alla tv lineare, un dato aumentato rispetto al 2005 (quando era i1 45%). La macchina Auditel per la misurazione delle audience attraverso tutti i device è così partita. Perché ciò accada i broadcaster dovranno prevedere già al segnale - che si tratti di tv o siti web o piattaforme on demand - un tag che sarà letto poi dai device nelle mani del campione. Volendo quindi semplificare al massimo gli aspetti tecnici, ad Auditel arriveranno informazioni specifiche e molto precise riguardo ai programmi visualizzati. Declinare queste informazioni in dati per età o genere sarà possibile con il nuovo campione che vedrà unire alle 5.700 famiglie del campione cambiato nell'ultimo anno (dopo lo scandalo dell'email che ha svelato il campione a ottobre 2015, portando anche a uno stop dell'attività di Auditel e impattando sul cambio di presidente) il "superpanel" con 1400 nuove famiglie. I risultati del superpanel non sono ancora pubblici e con ogni probabilità non lo saranno almeno per la prima parte del 2017. La mole di dati in arrivo dai broadcaster sarà utilizzata incrociandola con i responsi dal campione. Per sapere chi materialmente farà queste elaborazioni occorrerà però verificare l'esito di una gara fra i tre principali player di questo mercato: Nielsen, Comscore o Gfk. Potrebbe essere una sola la società incaricata, ma anche tutte e tre per singole parti. Nel frattempo è arrivato a defmizione un altro progetto che vede impegnata Auditel: la ricerca di base comune con Audiweb. L'intesa fra le due società sarebbe già stata sostanzialmente finalizzata.

mercoledì 14 dicembre 2016

NEWS - Nei migliori 25 programmi della tv italiana di tutti i tempi, secondo "Rolling Stone" in edicola,  c'è anche "1992"! ("Gomorra" 2°)
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martedì 13 dicembre 2016

NEWS - Golden Globes, le nomination e le scelte di Telefilm Cult (in rosso)

Miglior serie TV drammatica
The Crown
Game of Thrones
Stranger Things
This Is Us
Westworld
Miglior serie comedy o musicale
Atlanta
Black-ish
Mozart in the Jungle
Transparent
Veep
Miglior film TV o miniserie
American Crime
The Dresser
The Night Manager
The Night Of
People v. O.J. Simpson
Miglior attore in una serie TV drammatica
Rami Malek, Mr. Robot
Bob Odenkirk, Better Call Saul
Matthew Rhys, The Americans
Liev Schreiber, Ray Donovan
Billy Bob Thornton, Goliath
Miglior attore in una serie TV commedia o musicale
Anthony Anderson, Blackish
Gael Garcia Bernal, Mozart in the Jungle
Donald Glover, Atlanta
Nick Nolte, Graves
Jeffrey Tambor, Transparent
Miglior attore in una miniserie
Riz Ahmed, The Night Of
Bryan Cranston, All the Way
Tom Hiddleston, The Night Manager
Courtney B. Vance, The People v. O.J.: American Crime Story
John Turturro, The Night Of
Miglior attore non protagonista in una serie, film TV o miniserie
Sterling K. Brown, People v O.J. Simpson
Hugh Laurie, The Night Manager
John Lithgow, The Crown
Christian Slater, Mr. Robot
John Travolta, People v. O.J. Simpson
Miglior attrice in una serie TV drammatica
Caitriona Balfe, Outlander
Claire Foy, The Crown
Keri Russell, The Americans
Winona Ryder, Stranger Things
Evan Rachel Wood, Westworld
Miglior attrice non protagonista in una serie, film TV o miniserie
Olivia Coleman, The Night Manager
Lena Headey, Game of Thrones
Chrissy Metz, This Is Us
Mandy Moore, This Is Us
Thandie Newton, Westworld
Miglior attrice in un film tv o miniserie
Felicity Huffman, American Crime
Riley Keough, The Girlfriend Experience
Sarah Paulson, People v. O.J. Simpson
Charlotte Rampling, London Spy
Kerry Washington, Confirmation
Miglior attrice in una serie tv comedy o musicale
Rachel Bloom, Crazy Ex-Girlfriend
Julia Louis-Dreyfus, Veep
Sarah Jessica Parker, Divorce
Issa Ree, Insecure
Gina Rodriguez, Jane the Virgin
Tracee Ellis Ross, black-ish

domenica 11 dicembre 2016

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)

"Il trivial game + divertente dell'anno" (Lucca Comics)
Il GIOCO DEI TELEFILM di Leopoldo Damerini e Fabrizio Margaria, nei migliori negozi di giocattoli: un viaggio lungo 750 domande divise per epoche e difficoltà. Sfida i tuoi amici/parenti/partner/amanti e diventa Telefilm Master. Disegni originali by Silver. Regolamento di Luca Borsa. E' un gioco Ghenos Games. http://www.facebook.com/GiocoDeiTelefilm. https://twitter.com/GiocoTelefilm

Lick it or Leave it!

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